Malattie intestinali, come gestirle al meglio?

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Anche queste vacanze natalizie sono passate e con loro anche qualche sgarro, ma non diciamolo a nessuno! Ci sentiamo un po’ appesantiti e magari anche con qualche fastidio di pancia in più…è normale.

L’intestino infatti è uno di quegli organi che risente maggiormente delle abbuffate o delle variazioni dei nostri ritmi quotidiani, a maggior ragione se la situazione di partenza è già un po’ delicata. Per chi infatti soffre di malattie intestinali, vivere le festività potrebbe risultare, metaforicamente, una “tortura”: la fetta di panettone di troppo significa crampi addominali, fare il brindisi con un bicchiere in più di prosecco, potrebbe dare dissenteria. Sembra proprio una congiura contro di noi! Perché?

Questo non è un caso, il benessere dell’intestino dipende molto dalla quantità di zuccheri che ingeriamo, e purtroppo sotto le feste questi tendono ad aumentare notevolmente.

La flora batterica intestinale si altera enormemente fino a provocare in alcuni casi, anche le malattie intestinali che tutti temono. I batteri che colonizzano il nostro intestino infatti appartengono a specie diverse (ceppi diversi), alcuni definibili “buoni”, e altri invece potenzialmente “cattivi”. Quando i livelli di zucchero, che assumiamo attraverso l’alimentazione, aumentano molto, le proporzioni tra i diversi tipi batterici si alterano e quelli cattivi crescono notevolmente provocando i fastidi che caratterizzano le numerose e svariate malattie intestinali.

Il problema al giorno d’oggi è che queste malattie intestinali si stanno cronicizzando e colpiscono sempre più persone. I fattori determinanti sono diversi:

– l’alimentazione sregolata, ricca di sostanze nocive e povere di potere nutrizionale;
– i ritmi frenetici che non permettono al nostro corpo, compreso l’intestino, di recuperare e riparare i danni che accumula;
– le carenze di specifici nutrienti che nel tempo possono determinare forti fastidi e problemi all’organismo.

Malattie intestinali, quali sono?

Esistono diversi tipi di malattie intestinali croniche, per lo più di tipo infiammatorio, tra le più comuni troviamo il morbo di Crohn e la colite ulcerosa; e se la causa diretta spesso è sconosciuta (secondo molti studi scientifici comunque strettamente correlata a forti carenze nutrizionali specifiche), l’evoluzione di queste nella maggior parte dei casi si rivela autoimmune. Ossia l’infiammazione, che si sviluppa a livello cronico all’interno dell’intestino (che sia intestino tenue o crasso), è scatenata dal nostro sistema immunitario, per combattere se stesso. Come impazzito esso attacca le cellule dell’intestino perché non le riconosce più come proprie, ma anzi le vede come una minaccia per il fisico.

In questo modo si scatena un’acuta infiammazione non dovuta ad agenti esterni patogeni, batteri o virus, ma ad un comando dato dall’interno verso se stesso.

I sintomi

Nonostante l’aggettivo croniche, le manifestazioni delle malattie intestinali infiammatorie non sono uniformi ma tipicamente contrassegnate da periodi di remissione e/o recidive. I sintomi più comuni che le accompagnano sono: dolori addominali, crampi, vomito, nausea, diarrea, flatulenza, sangue nelle feci, abbondante presenza di muco negli escrementi, stimolo frequente all’evacuazione con senso di incompleto svuotamento intestinale e alle volte, anche perdita di peso.

Cosa fare per gestire e prevenire questi disturbi?

E’ possibile ristabilire una flora equilibrata, o preservarla nella maniera corretta, seguendo diversi accorgimenti, come ad esempio eliminare il più possibile nell’alimentazione di tutti i giorni gli zuccheri e quei cibi che ne contengono grandi quantità, poiché i batteri si nutrono principalmente di zucchero per poter proliferare. Inoltre anche pasta, patate, riso e pane peggiorerebbero la condizione intestinale, in quanto avrebbero un’azione pro-infiammatoria, amplificando i fastidi e i sintomi. Al contrario è auspicabile mangiare molta verdura, poiché ricca di fibra e bere molta acqua.

Agire sull’alimentazione per ripristinare una buona flora batterica intestinale non è sufficiente, sarebbe necessaria infatti un’integrazione aggiuntiva di probiotici e prebiotici per ristabilire il regolare equilibrio della microflora. Questi agirebbero eliminando quei batteri cattivi di troppo che scatenano le malattie intestinali e che ostacolano il corretto assorbimento dei vari nutrienti.

Dott.ssa Carolina Capriolo
Biologa Nutrizionista

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Questo articolo ha 2 commenti

  1. DANILO CANNARELLA

    Giudico ottimamente l’articolo, davvero molto completo e concreto. Vorrei chiedere in particolare quali possono essere i probiotici e prebiotici da assumere, cui si fa riferimento. Inoltre credo che mangiare molta verdura, come indicato nell’articolo, abbia delle controindicazioni, relative a un alvo che – già di per sé – risulta caratterizzato da un transito intestinale poco solido. Grazie, saluti! Danilo C.

    1. Carolina Capriolo

      Buonasera Danilo,
      Per quanto riguarda i probiotici, ne può trovare di diversi tipi (ad esempio su questo sito della Meetab, oppure in farmacia di altre marche), l’importante è che contengano numerose specie diverse di batteri, in modo che sia più semplice ripopolare la flora batterica intestinale.
      I prebiotici invece li può trovare ad esempio come FOS (oligofruttosaccaridi) in altri integratori.

      In generale una buona abitudine sarebbe quella di inserire nell’alimentazione lo Yogurt bianco intero greco o il Kefir, che sono particolarmente ricchi di fermenti.

      Infine per rispondere all’ultima Sua affermazione, come ha detto bene Lei, la verdura facilità la motilità intestinale, e un suo eccessivo consumo potrebbe rendere le feci meno consistenti. L’equilibrio migliore sarebbe comunque di consumarne, anche in poca quantità, a tutti i pasti, alternandola cotta e cruda.

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