Tutto ciò che c’è da sapere sui polialcoli

Non esiste solo la stevia come buon dolcificante da usare al posto dello zucchero, c’è infatti un gruppo di sostanze, dette polialcoli o polioli, che potrebbero fare al caso nostro.zucchero bianco

Cosa sono i polialcoli?

Le sostanze che appartengono a questo gruppo, sono dei composti chimici che rivestono una grande importanza nel campo alimentare e in quello della chimica dei polimeri.

Soffermiamoci però sul primo argomento.

Tecnicamente i polialcoli sono dei carboidrati idrogenati che possono essere usati come alternativa allo zucchero per le loro preziose proprietà:

Hanno un basso valore calorico, intorno ai 2,4 kcal/g; quindi un basso valore energetico.
Sono acariogeni, il loro utilizzo non favorisce la formazione di carie, in quanto non sono metabolizzati dai batteri presenti in bocca.
Presentano un basso indice glicemico ed insulinico.
Pur non essendo nutrienti essenziali, contribuiscono al mantenimento e al funzionamento sano del colon. Riescono ad idratarlo e a favorire un effetto lassativo, favoriscono inoltre la formazione di particolari batteri anaerobi essenziali per la corretta colonizzazione di quest’organo. batteri1

Entrando nello specifico, di cosa stiamo parlando?

Esistono diversi tipi di polialcoli che spaziano nell’avere indici glicemici ed insulinici ed altre proprietà diversi fra loro. Analizziamoli uno per volta:

1) ERITRITOLO
L’Eritritolo è un composto a 4 atomi di carbonio presente in natura nei prodotti di origine vegetale, come la frutta, ed è anche estratto industrialmente a partire da zuccheri vegetali sottoposti a processi intensivi di fermentazione batterica in specifici bioreattori.
Il suo apporto calorico è minimo, pari a 0,2 kcal/g, ha un indice glicemico uguale a 0 e il suo potere dolcificante è del 60-80%, comparato a quello dello zucchero tradizionale. Per altro da un punto di vista organolettico, non presenta retrogusto, come quello caratteristico della stevia o di alcuni dolcificanti sintetici.

2) XILITOLO
Questa sostanza a 5 atomi di carbonio, ha un indice glicemico di 13 e insulinico di 11, maggiore rispetto all’eritritolo, ma comunque valori molto bassi. Anch’esso può trovarsi naturalmente nella frutta e in alcuni vegetali. Può essere prodotto infatti dalla corteccia della betulla.
E’ usato frequentemente come dolcificante di caramelle, gomme da masticare. Invece non è particolarmente adatto per la preparazione di prodotti da forno, in quanto inibisce la crescita e l’attività dei lieviti.
corteccia1
3) MANNITOLO
Ha indice glicemico e insulinico uguale a 0. Esso è caratterizzato da 6 atomi di carbonio ed è ampiamente diffuso nel mondo vegetale: si può trovare ad esempio nella manna di frassino, nelle foglie di ulivo, del fico e del sedano e nelle alghe laminarie.
Se comparato al saccarosio, il suo potere dolcificante è pari al 50%.

Il mannitolo può essere usato come diuretico osmotico, poiché è in grado di richiamare acqua all’interno dei tubuli renali.

4) SORBITOLO
Anch’esso è a 6 atomi di carbonio, ha un potere edulcorante leggermente superiore rispetto al precedente (60%) ma è anche leggermente più calorico (2,6 kcal/g). Se assunto ad alte dosi risulta essere un potente lassativo e in particolari condizioni di colon irritabile potrebbe comportare gonfiori e fastidi a livello intestinale.

5) MALTITOLO
Tra i vari polialcoli il maltitolo presenta gli indici, relativi a glicemia ed insulinemia, maggiori (rispettivamente 35 e 27). Il suo potere dolcificante è pari al 75%, lo troviamo spesso come dolcificante di cioccolata e altri dolciumi per diabetici.

6) LATTITOLO
Ha un potere edulcorante del 40%, confrontato con il saccarosio, non viene estratto dagli alimenti, ma preparato artificialmente a partire dallo zucchero presente nel latte. Anch’esso può avere azione prebiotica, prevendendo la proliferazione di batteri “cattivi”, e può avere anche effetto lassativo se usato ad alte dosi.
Il suo indice glicemico è 6 e quello insulinico 4, ha un valore energetico basso come gli altri polialcoli, definibile a 2,4 kcal/g.

7) ISOMALTO
Tale composto ha un apporto calorico leggermente inferiore, di 2 kcal/g; un IG di 9 e un valore insulinico pari a 6. Appare come una sostanza cristallina bianca, inodore ed è prodotto dalle barbabietole.

Il suo potere dolcificante non si discosta da quello degli altri polialcoli ed è mediamente del 60% rispetto al tradizionale zucchero da cucina.

In conclusione…

diabetes1Questi composti chimici possono essere utilizzati nella nostra dieta come valida alternativa allo zucchero: dolcificano non alterando eccessivamente i livelli glicemici, possono rivelarsi fondamentali quindi nella gestione di condizioni diabetiche o di obesità.
Sono sostanze naturali che permettono di non rinunciare ai dolci e a quegli alimenti prelibati che solitamente sono ricchi di zuccheri o dolcificanti artificiali, dannosi per il nostro organismo.

Dott.ssa Carolina Capriolo
Biologa Nutrizionista

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Questo articolo ha 3 commenti

  1. Elisa

    Io sono una studentessa di industria e artigianato e quest’anno devo diplomarmi portando co me argomento il diabete mellito tipo 1 (del quale ne è affetto mio fratello di 3 anni). Avevo contattato un’azienda la settimana scorsa che utilizza i polioli nei prodotti da forno senza zuccheri aggiunti. Ma come reagiscono i polioli con i lieviti durante il processo di lievitazione per permettere l’accrescimento del prodotto?
    Ringrazio anticipatamente per l’attenzione

    1. Carolina Capriolo

      Buongiorno Elisa,
      Non ho competenze tecniche specifiche in ambito chimico, però posso dirti che alcuni di queste molecole come ad esempio il sorbitolo, inibisce in parte lo sviluppo di lieviti, quindi non ne promuove la lievitazione. Penso però che questa sia solo in parte una limitazione, in quanto è comunque possibile cucinare dei prodotti da forno che abbiano questi dolcificanti naturali e il lievito come agente lievitante.

  2. Anna Vendrame

    Per me è stato un chiarimento importante, in quanto avendo acquistato il prodotto STEVIA che contiene eritritolo, mi ero astenusta dall’usarlo perchè non ne conoscevo la provenienza e nemmeno la sua influenza sulla salute. Ora dopo la lettura so che posso usarlo con tranquillità e anche nella giusta dose. Ma non solo, ora se trovo il nome degli altri edulcoranti nelle confezioni di alimenti, so che per questo aspetto posso comperarli. Grazie

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