Alla scoperta delle etichette alimentari!

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Come leggere le etichette

Ebbene è arrivato il momento di addentrarci in questo mondo misterioso… le etichette!

Quante volte vi è capitato di andare al supermercato e provare a leggere, ma soprattutto capire dalle etichette, che ingredienti contenesse un determinato prodotto e ritrovarvi ad avere ancora più confusione di prima?

etichetteSembra una cosa banale, ma non lo è per niente! Riuscire a comprendere le etichette di un qualsiasi prodotto vi permette di acquisire consapevolezza riguardo a ciò che mangiate e soprattutto di poter discriminare quegli alimenti meno salutari. Cerchiamo assieme di capirne di più.

Per affrontare l’argomento in modo minuzioso e completo non basterebbe un intero trattato sviluppato su questo tema, quindi partiamo dai concetti fondamentali.

Le tabelle nutrizionali

Solitamente i vari prodotti confezionati presentano un riquadro nutrizionale più meno dettagliato con l’obbiettivo di guadagnare pregio, consolidare la fiducia del consumatore e aumentare di riflesso le vendite. Il modello più diffuso è quello semplificato (obbligatorio dal 2014), nel quale si citano:

valore energetico, proteine, carboidrati (di cui zuccheri), grassi (di cui saturi) e sale.

Non mancano anche i brand che puntano “sull’accuratezza” dell’analisi dei propri articoli; infatti, è possibile adottare anche lo schema maggiormente esplicativo, in cui sono facoltativi:

la differenziazione dei carboidrati: zuccheri, amidi e polialcoli; quella dei grassi: saturi, monoinsaturi, polinsaturi, colesterolo; la presenza di fibra alimentare, le vitamine e minerali presenti in quantità significativi (questi ultimi due calcolati su 100g o 100ml di prodotto e %RDA = dose giornaliera raccomandata).

Fate attenzione!

1) Quando paragonate diversi prodotti fra loro, per contenuto di nutrienti o per consumo di calorie, il confronto deve essere fatto sulla base delle stesse quantità: quindi non confondente dalle etichette le calorie o i nutrienti per 100 grammi di prodotto con quelli per pezzo/porzione.

2) I grassi hanno principalmente funzione energetica ma intervengono anche nella regolazione ormonale e nell’isolamento corporeo. Spesso viene pubblicizzato in modo ingannevole il basso contenuto in colesterolo di un alimento. Secondo il produttore infatti l’assenza di colesterolo basterebbe per rendere l’alimento salutare.

In realtà occorre sempre accertarsi che il cibo sia allo stesso tempo privo di acidi grassi trans e a basso contenuto di grassi saturi.

Spesso accade che tra gli ingredienti compaia la dicitura “margarina” o “grassi vegetali”, con o senza l’espressione “totalmente o parzialmente idrogenati” come “sana” sostituzione dei grassi di origine animale. Bisogna in realtà sapere che il consumo di grassi vegetali idrogenati non migliora la situazione, ma per alcuni aspetti la peggiora.

zucchero bianco3) Passiamo ora agli zuccheri, vi sfido a trovare un prodotto confezionato che non contenga in qualche modo degli zuccheri! Possiamo dire che sono quasi dappertutto! Spesso ci capita di fare delle scelte in buona fede, pensando di limitarli il più possibile, ma non è così.

Il modo migliore per prendere coscienza della cosa è fare degli esempi: quando al reparto frigo vediamo yogurt o altri prodotti con la dicitura “0% di grassi” o “magro”, sappiate che state acquistando un prodotto che ha si un minore contenuto di grassi (fate sempre attenzione a distinguere i diversi tipi di grasso al suo interno), ma in realtà è molto più ricco di zuccheri! E se quest’ultimi vengono assunti in eccesso, una volta saturate le riserve energetiche, vengono convertiti in grasso dalle diverse vie metaboliche.

Fate attenzione al “dolce non dichiarato” delle etichette: Siate consapevoli che un prodotto “senza zucchero”, “a basso contenuto di zuccheri”, “senza zuccheri aggiunti”, non significa che non ne contenga. Spesso vengono usati come dolcificanti succo di mela o succo d’uva concentrati, malto di mais, sciroppo di riso o sciroppo di mais, fruttosio, o peggio ancora, come in qualche bibita, edulcoranti artificiali (ciclammato, saccarina, acesulfame k).

Additivi alimentari

Gli additivi alimentari non hanno alcun valore nutrizionale e non sono sempre così innocui come vorrebbero farci credere.

Il loro impiego è regolamentato a livello nazionale e comunitario e sulle etichette vengono spesso indicati con la lettera E seguita da un numero.

La lettera E indica che l’additivo in questione è permesso in tutti i Paesi dell’Unione Europea mentre il numero che segue ne definisce la categoria di appartenenza.

Sono additivi alimentari conservanti, coloranti, antiossidanti, correttori di acidità, addensanti, emulsionanti, stabilizzanti, aromi, esaltatori di sapidità e chi più ne ha più ne metta!

 Come muoversi

cibi giusti1
Il consiglio migliore è quello di improntare il proprio stile di vita su una scelta più salutare evitando il più possibile i prodotti lavorati a livello industriale e tanto elaborati. “Tornare al naturale” per quanto si può! Questo significa concedere più tempo alla preparazione del pasto, sfruttare materie prime di buona qualità e di sicura provenienza, apprezzare di più la vera natura di ogni alimento.

Inoltre è desiderabile scegliere quei dolcificanti alternativi, ma comunque naturali, per evitare pericolosi danni all’organismo, come la stevia o i polialcoli.

Infine, con la consapevolezza di non poter intervenire esclusivamente sull’alimentazione, se necessario è auspicabile integrare i giusti nutrienti in maniera bilanciata, per evitare eventuali carenze.

Leggete sempre bene le etichette per essere consapevoli di quello che mangiate.

Dott.ssa Carolina Capriolo
Biologa Nutrizionista

PS:
Se ti ha colpito l’articolo o vorresti approfondire l’argomento lascia pure un commento qui sotto e dicci cosa ne pensi

Questo articolo ha 9 commenti

  1. riccardo

    Dietetic:edulcoranti sodio saccarinato,sodio ciclammato,acesulfame potassio! Consumiamo questo dolcificante ma non mi sembra una buona scelta leggendo sopra.Cosa ne pensa? Saluti e Grazie.

    1. Carolina Capriolo

      Buongiorno Riccardo,
      Eh si purtroppo queste alternative non vanno molto bene perché rappresentano dolcificanti artificiali che il nostro organismo non è portato naturalmente ad assimilare, quindi nel tempo potrebbero intervenire negativamente sulla nostra capacità digestiva e di assimilazione dei nutrienti.

  2. adriano

    Complessivamente è esauriente, ma riprenderei punto per punto approfondendo i contenuti. Complimenti per la semplicità nella comunicazione

    1. Carolina Capriolo

      Buongiorno Adriano,
      Ha estremamente ragione, per riuscire ad acquisire la giusta consapevolezza, bisognerebbe approfondire per bene ogni argomento. Potrebbe essere sicuramente lo spunto per pubblicare altri articoli d’approfondimento. Grazie per il suggerimento.

  3. rosangela pressiani

    Alla cortese attenzione della Dottoressa Carolina Capriolo.
    Per preparare dolci fatti in casa, io uso lo sciroppo d’acero e per quanto riguarda i grassi uso l’olio di girasole alto oleico.
    Per fare delle creme per riempire le crostate utilizzo il cioccolato fondente al 70% di cacao e utilizzo anche il burro di cacao comprato sfuso che poi sciolgo a bagnomaria.
    Gradirei sapere cosa ne pensa sia dello sciroppo d’acero, che dell’olio di girasole alto oleico e anche del burro di cacao.
    Anticipatamente ringrazio e porgo distinti saluti.

    1. Carolina Capriolo

      Buongiorno Rosangela,
      lo sciroppo d’acero sicuramente è un’alternativa migliore dello zucchero bianco, ma bisogna essere lo stesso consapevoli che esso contiene al suo interno molti zuccheri. E’ quindi meglio prediligere come dolcificante, anche per la preparazione dei dolci, la stevia e l’eritritolo. Quest’ultimi infatti sono naturali ma non impattano negativamente sulla nostra glicemia. Per quanto riguarda il cioccolato, se è al 70% significa che il restante 30% è zucchero, può trovare una valida alternativa nel cioccolato in tavoletta senza zucchero ma dolcificata con il maltitolo (polialcole come l’eritritolo). Anche in questo caso il sapore del cioccolato sarà dolce pur non contenendo zuccheri al suo interno.
      Infine parlando dell’olio di girasole esso contiene molti grassi Pro-infiammatori, è preferibile utilizzare l’olio/burro di cocco, che per altro non si denatura come gli altri oli alle alte temperature.

  4. Branka

    Buongiorno Grazie per le Vs. esaurienti spiegazioni spero che riescano APRIRE GLI OCCHI a più persone possibili e che oltre controllare la composizione del cibo vadano a documentarsi quanto ZUCCHERO contengono dentifrici. Grazie Branka

  5. Antonio

    Mi pare di capire che lo stevia sarebbe un
    Prodotto più dannoso dello zucchero stesso. Mi piacerebbe saperne di più . Grazie e cordiali saluti.

    1. Carolina Capriolo

      Salve Antonio,
      No la stevia non è dannosa, anzi è un valido sostituto dello zucchero. Può capitare di leggere informazioni negative riguardo a tale estratto, soprattutto a causa di strategia commerciali attuate in seguito al suo aumentato consumo perché è un ottima alternativa. Tale argomento potrà essere spunto di altri approfondimenti!

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