Cosa si nasconde dietro al fruttosio?

Al momento stai visualizzando Cosa si nasconde dietro al fruttosio?

Possiamo quasi dire che usare il fruttosio, come alternativa allo zucchero tradizionale, sta diventando una vera e propria moda ultimamente. Scopriamo assieme quali sono i pro e i contro del consumo di tale zucchero.

Cos’è il fruttosio?

Il fruttosio appartiene alla categoria degli zuccheri semplici, e, detto in fruttatermini non troppo complicati, non è altro che un’altra forma chimica del glucosio. In natura esso si può trovare sia in forma solida che in soluzione acquosa. E’ uno dei componenti principali della frutta, dalla quale per l’appunto prende il nome, ma lo troviamo anche nel miele e persino in alcuni vegetali: la bieta da zucchero e la canna da zucchero, dalla quale si ricava solitamente il più noto saccarosio.

Il fruttosio però viene utilizzato anche come dolcificante, quindi non assunto solo attraverso gli alimenti precedentemente elencati, ma come estratto e raffinato. Questo accade perché tale zucchero presenta un basso indice glicemico, pari a 20, quindi spesso viene consigliato nei casi in cui gli zuccheri debbano essere altamente limitati, come ad esempio per le persone affette da diabete.

cereali1Questo composto inoltre, trattenendo meglio l’umidità, viene usato nell’industria alimentare dei panificati, per preservare meglio i prodotti dalle muffe e dalle fermentazioni. Con l’aggiunta di fermenti lattici, esso produce acido acetico e ATP (adenosina trifosfato), e quindi utilizzato per migliorare la conservazione di prodotti lievitati da forno.

Rispetto al saccarosio, nonostante abbia un indice glicemico più basso, presenta un potere dolcificante maggiore pur avendo un apporto calorico leggermente inferiore.

Perché è meglio evitarlo

Anche se il fruttosio presenta un basso indice glicemico, quindi innalza poco i livelli di glucosio nel sangue, un suo utilizzo elevato presenta dei lati negativi, vediamoli qui assieme:

Esso non viene metabolizzato dalle tradizionali vie digestive, come avviene invece per l’altro zucchero di riferimento. Il fruttosio viene metabolizzato direttamente dal fegato, mediante una via metabolica più lunga (la stessa utilizzata dal nostro corpo per assimilare l’alcol). Quest’ultima caratteristica pregiudica un utilizzo elevato di sostanze nutrizionali per permetterne l’assimilazione, stiamo parlando di vitamine e altri nutrienti.

Un eccessivo utilizzo di fruttosio, soprattutto quello estratto e raffinato, porta il fegato a diventare più grasso, con tutti i problemi che questo ne consegue.

Secondo alcuni studi, un suo elevato consumo, nel tempo potrebbe comportare la diabetes1comparsa di resistenza insulinica, ossia le nostre cellule diventano meno sensibili all’insulina che produciamo per mantenere equilibrati i livelli di glucosio nel sangue. In questo modo si raggiungerebbe esattamente la condizione opposta a quella per la quale il fruttosio viene usato, ossia evitare il diabete e l’ingrassamento.

Infine è difficile poter osservare quelli che sono gli effetti del fruttosio nel sangue, perché le misurazioni che vengono fatte degli zuccheri all’interno del circolo sanguigno riguardano esclusivamente il glucosio. E, come abbiamo detto precedentemente, il consumo di fruttosio non provoca direttamente picchi della glicemia.

Come assumerlo

Questi fattori non devono allarmarvi troppo e portarvi ad eliminare completamente la frutta dalla vostra dieta, perché essa contiene fruttosio, anzi.

Se infatti questo zucchero lo assumiamo con la frutta il discorso cambia sostanzialmente: quest’ultima oltre ad essere ricca di fruttosio, è ricca anche di fibre solubili, le quali permettono una lenta e graduale assimilazione di tale zucchero, facendo in modo che il suo assorbimento possa avvenire a poco a poco.

Dolcificanti alternativi

Se lo zucchero tradizionale raffinato è meglio non utilizzarlo e il fruttosio neanche, cosa possiamo usare come dolcificante?

Droplet on leafCi sono delle altre valide alternative, come ad esempio la stevia, estratto dalle foglie di una pianta e con indice glicemico pari a 0, oppure i polialcoli, anch’essi di derivazione naturale, tra questi troviamo l’eritritolo, il maltitolo, lo xilitolo etc.

Tali dolcificanti sono un ottima alternativa.

Conclusioni

In conclusione è importante imparare ad avere una buona consapevolezza riguardo a cosa mangiamo, quando facciamo la spesa e andiamo a scegliere i vari alimenti.

E’ indispensabile ricordare che alcune sostanze, oltre ad essere presenti naturalmente in alcuni cibi, vengono sfruttate per altre caratteristiche e quindi possiamo trovarle anche dove non pensiamo. Basta esserne consapevoli!

Dott.ssa Carolina Capriolo
Biologa Nutrizionista

PS: Se ti ha colpito l’articolo o vorresti approfondire l’argomento lascia pure un commento qui sotto e dicci cosa ne pensi

Questo articolo ha 9 commenti

  1. Paolo

    Buon giorno

    … ed il succo d’agave o i malti ?

    Grazie

    1. Carolina Capriolo

      Buonasera Paolo,
      per quanto riguarda i malti, come può leggere più approfonditamente nella risposta che ho dato poco fa al Signor Marcello, presentano un alto indice glicemico; quindi è meglio escluderli.
      Invece per quanto riguarda lo sciroppo di agave, pur avendo un basso indice glicemico (15), esso presenta un alto contenuto in fruttosio, quindi usarlo come dolcificante alternativo non va bene.

  2. luigi morra

    ma l’ho già sscritto.

  3. luigi morra

    interessante. sapevo che il fruttosio non era tanto benefico ma non sapevo perchè.

  4. vittorio

    Ottimo chiarimento…molto importante x la ns salute.
    brava Dott.ssa.
    vittorio

  5. Marcello

    Grazie …. argomento molto interessante !! E che ne pensa del malto d’orzo ? Possiamo usarlo in alternativa a qualsiasi altro tipo di zucchero ?

    1. Carolina Capriolo

      Buonasera Marcello,
      Il malto d’orzo è altamente utilizzato nell’industria alimentare come acceleratore dell’azione lievitante di molti microrganismi. E’ utile quindi come “terreno” di crescita nelle lievitazioni e nelle fermentazioni. Dalla sua digestione il nostro organismo ricava il maltosio, uno zucchero con un indice glicemico parecchio alto, uguale 105 (tenendo conto come valore di riferimento quello del glucosio che è 100). Quindi se è possibile è meglio evitarlo.

  6. Antonio

    Stvia come dolcificante può andare bene?

    Ed il miele?

    1. Carolina Capriolo

      Buonasera Antonio,
      la stevia come alternativa è ottima, ha un indice glicemico pari a 0 ed è completamente naturale. Il miele invece ha comunque un indice glicemico più alto, 60, quindi va ad incidere di più sulla nostra glicemia. Per quest’ultimo è meglio ridurlo al massimo a 2 volte a settimana.

Lascia un commento