Il tema delicato dell’infertilità, maschile e femminile

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Con il termine infertilità andiamo a definire la scarsa efficacia nel concepimento, sia da parte della donna che infertilitàdell’uomo.

Tale condizione andrebbe distinta da quella di sterilità, che definisce invece l’impossibilità assoluta, quindi condizione irreversibile, ad avere una gravidanza; anche se, nell’uso comune, i due termini vanno spesso a sovrapporsi.

Si parla di infertilità, o sub-fertilità, quando la coppia non riesce ad ottenere un concepimento dopo 12 mesi di rapporti regolari e senza l’utilizzo di metodi anticoncezionali. Alcuni studi addirittura posticipano il limite fino a 24 mesi.

Esistono varie cause determinanti una condizione di infertilità e spesso possono coesistere fra loro.

Infertilità femminile: le principali cause

Si calcola che l’infertilità possa interessare il 15% circa delle donne e l’avanzare dell’età è strettamente connessa alla diminuzione della loro capacità riproduttiva (a 30 anni infatti la possibilità di concepire è intorno al 30-40%. Tale percentuale si riduce circa al 10% al raggiungimento dei 40 anni).

Esistono numerose cause di infertilità femminile:

Riduzione o chiusura delle tube di Falloppio, aderenze pelviche (in seguito a patologie infiammatorie o a precedenti interventi chirurgici).
Endometriosi: malattia frequente nell’età fertile, in cui cellule dell’endometrio, mucosa che riveste l’utero (normalmente presenti solo all’interno della cavità uterina), migrano e colonizzano altri organi (più comunemente l’ovaio).
infertilità femminileScompensi ormonali: irregolarità o mancanza di ovulazione, iperprolattinemia, sindrome dell’ovaio micropolicistico.
• La presenza, nella cervice uterina, di un muco ostile al passaggio degli spermatozoi, dovuto ad una carenza di estrogeni.
• La presenza di malformazioni congenite dell’utero.
Cause aspecifiche. Questa situazione va sotto il nome di infertilità idiopatica e si osserva quando a livello diagnostico non è stato possibile trovare una causa specifica.

Principali cause dell’infertilità maschile

L’infertilità maschile interessa il 7% degli uomini e corrisponde ad una ridotta capacità riproduttiva dell’uomo, per una insufficiente produzione di spermatozoi oppure per la natura qualitativamente alterata degli spermatozoi (per la loro ridotta motilità, l’alterata morfologia o il DNA danneggiato) che ostacolano il concepimento.

Si parla di infertilità primaria quando l’uomo non ha mai indotto una gravidanza, di infertilità secondaria quando l’uomo ha già indotto una gravidanza precedentemente.

Accorgimenti per migliorare la fertilità

Nutrirsi in maniera adeguata è fondamentale, la riproduzione infatti è un processo estremamente dispendioso e laborioso. L‘organismo umano non sostiene efficacemente i processi di fecondazione e gravidanza in uno stato generale di malnutrizione.

A questo scopo non deve mancare alcun nutriente e sono particolarmente importanti: certe vitamine, acidi grassi e amminoacidi essenziali.

Vediamo nello specifico cosa si può rivelare prezioso in questo ambito:

1) AMINOACIDI. Gli aminoacidi, unità fondamentali delle proteine, sono indispensabili elementi costituenti di ogni nostro tessuto, sono fonte energetica e permettono un’ottima comunicazione tra le cellule. Andando più nello specifico, a favorire la aminoacidifertilità, ha un ruolo non secondario la CARNITINA, aminoacido con un importante ruolo nella produzione di energia e nella stimolazione del metabolismo dei grassi; la GLUTAMMINA, elemento che interviene nel recupero delle cellule muscolari in seguito a intensi sforzi, ed ha un’attività stimolante a livello cerebrale.

Per favorire l’apporto di aminoacidi, da un punto di vista alimentare è consigliato il consumo di proteine animali come carne rossa e uova (di buona qualità).

2) VITAMINA D. Tale fattore deve essere mantenuto sempre a livelli sufficienti e quindi ottimali, in quanto interviene non solo nel regolare il metabolismo corporeo di calcio, ma come regolatore genico (regola l’espressione genica) e come regolatore di diversi ormoni.

3) MAGNESIO. Questo nutriente è cofattore fondamentale per agevolare l’assimilazione della vitamina D, è un rilassatore muscolare e concilia anche la diminuzione dello stress mentale.

4) ATTIVITÀ FISICA. Svolgere un’attività sportiva con regolarità, non solo è importante come valvola di sfogo per migliorare la condizione mentale e quindi la predisposizione ad un buon rapporto di coppia (soprattutto quando l’infertilità è dovuta non a fattori fisici o meccanici ma più a fattori psicologici e di stress), ma si rivela preziosa per agevolare la circolazione del sangue in tutti i distretti corporei e migliorare l’ossigenazione dei tessuti.

5) ELIMINARE GLI ZUCCHERI. Gli zuccheri raffinati e tutti quegli alimenti che ne sono ricchi, possono essere, in maniera indiretta, un forte ostacolo alla fertilità. Tra le cause di infertilità viste in precedenza, ce ne sono alcune particolarmente correlate al metabolismo degli zuccheri: l’ovaio policistico nelle donne ne è un esempio. Esiste infatti una forte correlazione tra lo sviluppo di tale disturbo e una condizione di insulino-resistenza o di diabete.
Inoltre anche condizioni di obesità o di gravi sindromi metaboliche negli uomini possono rivelarsi un impedimento alla fecondazione. E’ quindi importante limitare il consumo di cibi elaborati industrialmente, ricchi di zuccheri e aumentare il consumo di grassi di buona qualità: frutta secca, avocado, olio extravergine d’oliva ad esempio, poiché permettono di gestire meglio la glicemia.

E’ quindi importante sostenere uno stile di vita sano, caratterizzato da una corretta e ben bilanciata alimentazione, che possa assicurare dei buoni livelli nutrizionali; svolgere una costante attività fisica per promuovere ogni reazione fisiologica del nostro corpo e, laddove necessario, colmare le carenze specifiche che ci caratterizzano per agevolare al meglio la fertilità.

Dott.ssa Carolina Capriolo
Biologa Nutrizionista

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