Intolleranza al lattosio: cosa è utile sapere?

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Negli ultimi decenni le intolleranze e le allergie stanno purtroppo prendendo il sopravvento tra noi. Una in particolare è molto diffusa ed è l’intolleranza al lattosio, perché? Di cosa si tratta? Scopriamolo assieme

Il lattosio, uno zucchero

Come dal titolo il lattosio è uno zucchero, tecnicamente detto disaccaride, cioè formato da 2 molecole a loro volta di zuccheri, uno è il glucosio (il principale zucchero circolante nel nostro organismo e fonte energetica delle nostre cellule) e l’altro il galattosio.

La principale difficoltà nei casi di intolleranza al lattosio è creata dall’incapacità di digerirlo, ossia dalla sua mancata scomposizione nei due elementi di base. Quest’azione avviene nel nostro stomaco grazie alla presenza di specifici enzimi detti lattasi, in mancanza dei quali il nostro organismo fatica ad assimilare il lattosio e a poterlo digerire bene.

La diminuzione drastica di questi enzimi è osservata solitamente in tutti gli adulti, motivo per il quale generalmente da grandi si fa più fatica a digerire il latte.

Dove troviamo il lattosio?

Questo zucchero è presente nel latte di tutti i mammiferi, anche se in quantità differenti, e in tutti i prodotti derivati da esso ovviamente, quindi anche in quasi tutti i formaggi.

Parlando di quest’ultimi va specificato che, più un formaggio è stagionato, minore saràformaggi1 la quantità di lattosio in esso contenuto, in quanto i batteri contenuti in questi alimenti attuano un processo detto fermentazione attraverso il quale trasformano il lattosio e lo scompongono in altri elementi.

In parole più semplici, i batteri presenti nei formaggi stagionati si “nutrono” di zuccheri, compreso il lattosio e assimilandolo sono in grado di trasformarlo.

L’intolleranza

Quando una persona non è in grado di digerire il lattosio e il consumo di latte e latticini comporta non una reazione allergica ma dei disturbi, spesso gastrointestinali, viene detta intollerante al lattosio.

Come anticipato poco fa, la causa è da attribuirsi alla diminuzione o alla mancanza di alcuni enzimi presenti solitamente nelle cellule dell’intestino che sono deputati alla scissione di questo zucchero nelle sue unità principali.

Esistono due tipi di intolleranze al lattosio:

1) Primaria: Per un difetto genetico, l’organismo non è in grado di produrre gli enzimi atti a scomporre il lattosio. In questo caso alcuni indicatori si manifestano già fin dalla prima infanzia

batteri12) Secondaria o transitoria: L’organismo può sviluppare tale intolleranza nel tempo ed essere anche solo temporanea per l’incapacità di produrre gli enzimi interessati. Per questa seconda condizione la causa potrebbe essere la presenta di una flora batterica alterata a livello intestinale oppure delle infezioni o lesioni che interessano stomaco e intestino.

Quali possono essere i sintomi?

Quando non riusciamo a digerire il lattosio esso si accumula nell’intestino, il quale inizia a richiamare una maggior quantità di liquidi, questa reazione unita alla sua fermentazione da parte della flora batterica intestinale, inizia a provocare meteorismo, flatulenza, gonfiore, stanchezza, mal di pancia, diarrea e nausea.

Quindi in caso di intolleranza al lattosio, i sintomi iniziano a mostrarsi in seguito all’ingestione di latte e formaggi o cibi che contengono lattosio.

Come la si scopre?

Esistono diversi test specifici che vengono utilizzati per diagnosticare l’intolleranza al lattosio, ad esempio c’è il Breath Test: in seguito all’ingestione di lattosio viene misurata la quantità di idrogeno nell’aria espirata durante il test del respiro. Perché?

Dal momento che la fermentazione dello zucchero indigerito produce idrogeno che viene prontamente riassorbito dalle pareti intestinali ed eliminato con la respirazione, in caso di intolleranza al lattosio si osserva un picco di concentrazione di idrogeno nell’aria espirata.

Come si può gestire o curare?

In caso di intolleranza secondaria, è consigliabile partire eliminando tutti quegli alimenti che contengono lattosio e consumare molta acqua per agevolare lo svolgimento di tutte le reazioni metaboliche. Inoltre è auspicabile risanare la flora batterica mediante un buon probiotico (in modo da riequilibrare nella giusta proporzione la flora aerobia e quella potenzialmente patogena).

Spesso infatti la condizione della flora microbica risulta la causa principale nello sviluppo di intolleranze alimentari compresa quella relativa al lattosio.

Da un punto di vista alimentare è consigliabile assicurare un buon apportoomega2 di omega 3 per rinforzare la nostra risposta immunitaria e quindi i sistemi di difesa, diminuire il più possibile gli zuccheri raffinati e quegli alimenti tanto elaborati poiché aggravano la condizione di una flora già alterata.

Ci sono delle valide alternative al latte vaccino, di capra o pecora, ad esempio possiamo sostituirli con il latte di mandorle o di cocco o ancora di grano saraceno o di quinoa e altri tipi di latte vegetale.

Dott.ssa Carolina Capriolo
Biologa nutrizionista

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Questo articolo ha 7 commenti

  1. massimo sansoni

    buongiorno dottoressa….x quanto ne so la caseina è uno delle piu pericolose sostanze perche da ampi studi risulta cancerogena,lei cosa ne pensa?….

    1. Carolina Capriolo

      Buongiorno Massimo,
      ci sono alcuni studi, come ad esempio Il China Study di Campbell, che affermano che la caseina come molte altre sostanze di origine animale sono cancerogene. Parecchi di questi studi hanno una base scientifica non molto solida per poter affermare con sicurezza che la caseina é una sostanza altamente cancerogena. E’ vero che esistono correlazioni tra caseina e l’insorgenza di tumori, come esistono però per moltissime altre sostanze sia di origine animale che vegetale. Quindi è forse più importante individuare quali sono i meccanismi che mettono in relazione queste sostanze con il cancro e perché. E qui l’argomento è un po’ controverso e delicato, ci sono pareri molto discordanti. Secondo alcuni studi anche forti carenze di proteine, tra cui la caseina, sembrano essere associabili alla comparsa di tumori.

  2. stefano

    Buongiorno Dottoressa,
    mi chiamo Stefano .
    il problema dei latticini però non è solo il lattosio . Infatti per quanto riguarda le intolleranze sembra anche che le proteine del latte specialmente la caseina ridulterebbero più dannose del lattosio . Lei cisa ne pensa ? Anch’esse con la stagionatura diventano più “digeribili” e tolleranbili ? E lo yogurt e il kefir ?
    grazie mille per l’attenzione
    Stefano

    1. Carolina Capriolo

      Buongiorno Stefano, ha pienamente ragione esistono altre sostanze nel latte (spesso proteine come la caseina) che provocano intolleranze/allergie e creano fastidi. Sono problemi differenti che determinano spesso sintomi simili. Purtroppo la stagionatura o le alte temperature non denaturano questo tipo di proteine e quindi non diventano più semplici da digerire. Sono presenti anche nello yogurt e nel kefir, invece può trovarle in piccolissime concentrazioni nella ricotta (la quale però, essendo un formaggio fresco, è più ricca in lattosio).

  3. Tiziano

    Sono delle bellissime pillole di conoscenza, molto pratiche ed utili a persone, come me, che non hanno cultura alimentare.

  4. Elena

    Molto interessante Dottoressa Capriolo. Io ho appena fatto un esperienza di acuti dolori alle gambe dopo aver mangiato 8 quadratini di BRIE. Non potevo credere di essere intollerante al formaggio – di latte vaccino non lo bevo da 15 anni – allora ho provato il grana e non ho avuto nessuna reazione. Anche L emmenthal potrebbe andare bene? Potrebbe fornirci una lista di formaggi fermentati ?
    Grazie, Elena

    1. Carolina Capriolo

      Buonasera Elena,
      Anche l’Emmental è caratterizzato da diverse possibili stagionature, quello dolce è stagionato meno di 4 mesi, quello maturo invece fermenta per più tempo e potrebbe andare bene. Tra i formaggi fermentati possiamo trovare: il gorgonzola (va bene anche quello più tenero e cremoso, purché non sia con il mascarpone), il roquefort, il parmigiano reggiano, il pecorino, il caprino stagionato, il mezzano, lo stravecchio o più in generali quelli più stagionati di latte vaccino.

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