Lo zenzero fa per noi!

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Oggi andiamo alla scoperta di un’altra preziosa pianta, la Zingiber officinale, il conosciutissimo zenzero!

Tale pianta erbacea, originaria dell’estremo oriente, viene fortemente utilizzata sia in cucina sia come integratore fitoterapico per i suoi molteplici ruoli.

In inglese è conosciuto come ginger, appartiene alla stessa famiglia del cardamomo, e ne viene utilizzata principalmente la parte sotterranea, il cosiddetto rizoma (un fusto modificato, molto simile ad una radice, che resta sotto il terreno e ha comunque funzione di riserva), poiché è molto ricco di principi attivi e perché dà il suo tipico sapore e aroma.

Il rizoma infatti contiene olii essenziali e gingeroli (quest’ultimi rappresentano i principi attivi che donano il caratteristico aroma pungente).

Le sue preziose proprietà

Lo zenzero ha un’azione digestiva, nella cura di flatulenze e coliche addominali, e nel trattamento dei sintomi da astinenza da droghe. Inoltre, è in grado di stimolare i normali movimenti peristaltici, svolgendo anche un effetto antinausea ed antivomito

– E’ ricco di vitamine e sali minerali

– Svolge un’attività antinfiammatoria, inibendo l’attività di alcuni enzimi che intervengono nella formazione di sostanze infiammatorie (prostaglandine e leucotrieni)

– Ha attività antitrombotica, ossia inibisce l’aggregazione delle piastrine.

Approfondiamo…

I gingeroli e i prodotti che ne derivano, ossia gli shogaoli, sono quelle sostanze contenute nel rizoma che hanno funzione antiemetica e favorenti la digestione. Essi aumentano la produzione di saliva, bile e dei succhi gastrici, velocizzano la peristalsi intestinale e sopprimono le contrazioni a livello gastrico.

Quando è sconsigliato?

L’uso, come integratore fitoterapico (quindi con concentrazioni più elevate di zenzero), è sconsigliato se si presentano calcoli alla cistifellea, o in persone che sono soggette ad episodi emorragici, o in gravidanza.

Inoltre possono interagire con farmaci anticoagulanti e FANS (amplificando l’azione di entrambe le tipologie di farmaco), con farmaci per la gestione del diabete ed in ultimo con quelli che hanno azione di bloccaggio dei canali del calcio.

Sovradosaggio

Per dosi che superano i 5-6 grammi giornalieri, potrebbero comparire sintomi legati all’irritazione dello stomaco e dell’intestino: aerofagia, diarrea, dolori addominali e bruciore di stomaco.

Impariamo ad utilizzarlo in cucina

Il rizoma viene essiccato e generalmente commercializzato in polvere, in questo modo viene impiegato come spezia in cucina e nella preparazione di infusi, tisane, liquori e bibite.

INFUSO DI ZENZERO
Lo si può preparare partendo sia dal rizoma fresco che già essiccato. Se fresco, va fa fatto essiccare, sminuzzato e reso in polvere; una volta pronta quest’ultima ci si potrà versare sopra dell’acqua, già bollita, e verrà lasciato in infusione per 10-15 minuti.
La modalità di infusione è più blanda, quindi il contenuto in principi attivi ed olii essenziali sarà leggera.

DECOTTO DI ZENZERO
Il decotto non deve essere confuso con l’infuso, in quanto, pur essendo lo stesso una preparazione liquida ottenuta dal rizoma della pianta, il procedimento effettuato è totalmente diverso: saranno di conseguenza diverse anche le quantità dei principi attivi contenuti.

Per preparare il decotto, bisogna tagliare a fettine il rizoma fresco di zenzero, immetterlo nell’acqua e scaldarla fino a portarla ad ebollizione. Lasciare bollire l’acqua con lo zenzero per 15-30 minuti, e poi filtrarla.

Lo zenzero si presta ad insaporire numerosi piatti: antipasti, primi, salse, contorni e anche dessert. Risulta infatti l’ingrediente principale di molte ricette asiatiche e anche di biscotti e torte, nei paesi occidentali. Impariamone una velocissima!

TARTARE DI TONNO
Tagliare il tonno crudo (già abbattuto termicamente per evitare ogni pericolo microbico) a cubetti, mescolarlo a striscioline di fiori di zucca freschi (precedentemente puliti e lavati), insaporire il tutto con semi di sesamo, semi di lino e zenzero fresco grattugiato (senza buccia). A piacere si può aggiungere anche dell’aroma di aneto; infine condire con olio, sale e pepe. Voilà!

Dott.ssa Carolina Capriolo
Biologa Nutrizionista

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