Per saperne di più sulla celiachia

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Questa patologia, una volta poco conosciuta, è diventata tanto attuale di questi tempi per la sua elevata diffusione (stimata essere in Italia di 1 soggetto ogni 100-150 persone circa, contando la reale incidenza della malattia e non solo i casi diagnosticati). Cerchiamo bene di capire di cosa si tratta e di come la si può affrontare.

Cos’è la malattia celiaca?

Si tratta di un disordine immunitario (anche detta patologia autoimmune) in cui si verifica una risposta immunitaria contro il glutine, che porta ad un’infiammazione cronica e ad un danno a livello dei villi intestinali (danno che provoco un’alterata permeabilità dell’intestino tenue).
Quest’ultima purtroppo si traduce in un malassorbimento dei nutrienti causando conseguenti carenze di vitamine e sali minerali.
Secondo studi scientifici può esistere una predisposizione genetica nello sviluppare tale malattia, ciò significa che esistono delle caratteristiche genetiche che è necessario possedere per avere una maggior probabilità di ammalarsi ma che non sono sufficienti per manifestare la celiachia.

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Il fattore scatenante

Viene da se domandarsi a questo punto “cos’è il glutine?”
Esso rappresenta una particolare classe di proteine che caratterizza la componente proteica di alcuni cereali, come ad esempio il frumento, l’orzo, il farro, l’avena, la segale, il kamut e altri ancora. Di conseguenza il glutine è presente nei prodotti derivati da tali cereali come le farine, gli amidi, il semolino, i fiocchi, la crusca, la pasta, il pane, le fette biscottate etc.,

I sintomi

L’assunzione di glutine da parte di una persona affetta da celiachia può provocare diversi sintomi:

• nella forma TIPICA prevalgono quelli legati all’intestino e allo stomaco come disturbi_intestinalidiarrea cronica, gonfiore, meteorismo, crampi, dolori addominali e vomito;
• in quella ATIPICA i sintomi sono più indiretti: anemia da carenza di B12, dermatite, artrite, epatite cronica, infiammazioni orali ricorrenti;
• esiste anche una forma detta SILENTE caratterizzata da lesioni della mucosa intestinale, in modo asintomatico, danni che regrediscono facilmente nel tempo con una dieta priva di glutine;
• infine c’è quella LATENTE: variante secondo la quale la malattia esiste (dimostrato dai test diagnostici positivi) ma non si è ancora manifestata. In questo caso i pazienti non vengono sottoposti a regimi alimentari particolari ma vengono monitorati costantemente.

Come viene diagnosticata?

Nel caso si presentino dei sintomi che sono correlabili a questa patologia per prima cosa si effettuano degli esami del sangue per ricercare la presenza di anticorpi specifici. In caso risultino positivi è possibile confermare la diagnosi attraverso una biopsia duodenale (ossia verificare la presenza di lesioni a livello intestinale), questa verifica non viene effettuata in età pediatrica.
Inoltre è possibile verificare la presenza di predisposizione genetica per la celiachia, ma che non indica necessariamente, in caso di positività, che il paziente debba manifestare la malattia.

Come puoi rimediare?

Se conduci un regime alimentare privo di glutine il grosso è fatto! Si perché evitando questo elemento già in pochi mesi è possibile vedere dei progressi, non solo la diminuzione dei sintomi, ma anche un miglioramento dello stato della mucosa intestinale.

Esistono infatti dei cereali e pseudocereali che sono privi di glutine e che possono essere assunti perché sicuri, come ad esempio il riso, il grano saraceno, la quinoa, l’amaranto, il sorgo, il teff. Ci sono inoltre altri cereali sempre privi di glutine, ma che se assunti abitudinariamente in grande quantità non fanno molto bene. Di solito caratterizzano i prodotti per celiaci più diffusi e consumati, questi sono il mais e il miglio, entrambi alzano molto la glicemia (i livelli di zucchero nel sangue) e per quanto riguarda il primo, spesso è anche geneticamente modificato, quindi meno sicuro.

Conclusioni..

Da un punto di vista alimentare è molto utile variare nell’assunzione di cereali privi di glutine, limitando il consumo di mais e miglio; prediligi proteine e verdure ai carboidrati come pasta e pane e sostieni il fisico con un multivitaminico bilanciato per dare al tuo corpo tutti quegli elementi di cui ha bisogno, sia per riparare ai danni subiti sia per rinforzare il fisico e poter affrontare la patologia nel modo migliore.
Se necessario approfondisci quali possano essere le ulteriori carenze da colmare, per agire in maniera più specifica!

Dott.ssa Carolina Capriolo
Biologa Nutrizionista

PS: Se ti ha colpito l’articolo o vorresti approfondire l’argomento lascia pure un commento qui sotto e dicci cosa ne pensi

Questo articolo ha 5 commenti

  1. Daniele

    Buongiorno,

    Leggendo l’articolo ho notato che si sconsiglia l’assunzione del miglio ritenendolo responsabile di innalzare ilivelli della glicemia…com’è possibile questo visto che è proprio uno dei cereali consigliati ai diabetici?…Qual’è il “meccanismo” biologico che lo rende in questo caso dannoso?

    1. Carolina Capriolo

      Buonasera Daniele,
      purtroppo ha ragione che spesso nei protocolli consigliati ai diabetici è presente il miglio. Questo cereale però, come affermato nell’articolo, alza tanto la glicemia in quanto ha un indice glicemico alto (è pari a 70), lo stesso del riso comune o dello zucchero bianco (il saccarosio) per fare un paragone. Il meccanismo prevede che un cibo, una volta ingerito, venga assimilato per produrre energia o per essere immagazzinato; questo significa che esso viene trasformato, nello stomaco/intestino, in zucchero semplice, il qualche una volta formato entra nel circolo sanguigno, alzando quindi i livelli di zuccheri nel sangue.
      Se il cibo di cui parliamo ha un ALTO “indice glicemico”, alzerà tanto i livelli di zuccheri nel sangue.
      Di solito viene consigliato nella dieta per celiaci perché privo di glutine. Il motivo per il quale venga consigliato anche nella dieta per diabetici è che spesso c’è disinformazione, o una non particolare attenzione a ricercare il meglio.

      Spero di averle chiarito il più possibile i suoi dubbi.

  2. anna maiullari

    Il problema più grande che vivono i celiaci è la contaminazione dei cibi e la difficoltà di chiarezza nelle etichette riportate sui prodotti. Il glutine è nascosto in prodotti insospettabili e in casi di celiachia asintomatica si subiscono i danni senza neanche rendersene conto. Il progresso ha creato tanti danni, l’informazione inesatta, superficiale, o nuovi mercati da lanciare(prodotti ricchi di olio di palma, zuccheri, mais transgenico) peggiorano la situazione dei pazienti.

  3. Emanuela De Jacobis

    Tema di grande interesse. Mi chiedo se la dieta mediterranea non sia troppo ricca di glutine.

    1. Carolina Capriolo

      Buongiorno Emanuela, purtroppo ci si affida molto alla dieta mediterranea, delle volte anche quando non sarebbe l’alimentazione più indicata. Il punto fondamentale è che bisogna fare una valutazione sulla condizione del nostro metabolismo per sapere se la dieta mediterranea è adatta ai nostri bisogni. Non bisogna credere che faccia bene a tutti in maniera standardizzata.

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