
Quando si parla di produzione di integratori alimentari, in particolare multivitaminici, è fondamentale comprendere la complessità del processo e le competenze necessarie per garantire un prodotto di alta qualità e sicurezza.
Immaginate di dover mescolare 145 ingredienti diversi nella stessa fase di produzione, per realizzare milioni di pastiglie. Questa operazione, apparentemente semplice, comporta enormi sfide tecnologiche e produttive. Prima di arrivare alla fase di compressione, è necessario mescolare centinaia di chilogrammi di materiali con proprietà chimico-fisiche estremamente diverse.
Un esempio chiarificatore riguarda l’inserimento, nella stessa compressa, di vitamina C e vitamina D3. La vitamina C è presente in quantità dell’ordine di 1 grammo, mentre la vitamina D3 in appena 10 nanogrammi. Per dare un’idea concreta di questa differenza: 10 nanogrammi corrispondono a un miliardesimo di grammo. È come versare un cucchiaino di vitamina D3 in una piscina piena di polvere di vitamina C, e pretendere che questa quantità microscopica sia distribuita in modo uniforme in tutte le compresse prodotte.
Questa immagine rende chiara la difficoltà nel garantire l’uniformità e l’efficacia del prodotto finale. Non è un caso che molti produttori evitino di impegnarsi nella realizzazione di integratori complessi con formulazioni sinergiche, proprio per le difficoltà tecniche che comportano.
Il processo non si limita alla semplice miscelazione. Le vitamine, una volta combinate, vengono sottoposte a una serie di trattamenti tecnologici: vengono titolate, miscelate con altri attivi, essiccate, frantumate e infine compresse. Anche la formazione di minuscoli grumi può compromettere la qualità del prodotto, causando una distribuzione irregolare della vitamina D3. Alcune compresse potrebbero risultare prive della vitamina, mentre altre potrebbero contenerne dosi eccessive.
Per evitare questi problemi, ogni fase della produzione richiede l’intervento di un tecnologo alimentare o di un biologo esperto in processi industriali. Operazioni come l’essiccazione, l’agitazione e la vibrazione devono essere controllate con precisione, per garantire uniformità, stabilità e sicurezza del prodotto.
Quando si prescrive un integratore, è importante avere consapevolezza del rigore produttivo che vi è alle spalle. Non si tratta di semplici compresse assemblate con ingredienti presi a caso. Al contrario, un buon integratore è il frutto di competenze specifiche, tecnologie avanzate e controlli meticolosi.
Conoscere queste dinamiche aiuta i professionisti della salute a scegliere e prescrivere con maggiore consapevolezza, affidandosi a formulazioni che garantiscano non solo l’efficacia clinica, ma anche la massima qualità e biocompatibilità.
Capire cosa significa produrre vitamine non è solo interessante: è un tassello fondamentale per consolidare la fiducia nel prodotto che si propone ai pazienti.